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AMP di Tor Paterno

Aggiornamento: 16 dic 2019

Sebbene i fondali di Ostia siano a carattere sabbioso; non è difficile trovare alcune conformazioni rocciose naturali; affioranti o sommerse, anche verso la battigia.

Ciò è riconducibile alla conformazione geologica del territorio costiero laziale. L’esempio per eccellenza si trova a 6 miglia nautiche dalla costa, ovvero l’Area Marina Protetta delle Secche di Tor Paterno. Malgrado la distanza dalla costa sia considerevole, le Secche, nel punto massimo arrivano a soli 18 metri di profondità.

Questo perché, sovrascorrimenti geologici hanno permesso il sollevamento della Pietraforte, roccia che spinta dalla sottostante unità carbonatica, ha portato alla formazione di un’isola sommersa.


Comunemente l’AMP è considerata come un’unica grande isola sommersa. In realtà, è composta da 3 ammassi rocciosi distinti: la Secca di Terra (anche dette "le secchitelle"), la Secca di Mezzo e la Secca di Fuori. Che prendono il nome in base alla distanza dalla costa. La più conosciuta e studiata è la Secca di Mezzo; questo perché presenta caratteristiche estremamente compatibili con la flora e la fauna marina.

Con una superfice di ~1200 ettari, dove la base è sui 60 metri di profondità mentre la parte apicale è sui 18 metri di profondità; è tra le 3, la Secca più importante e il vero cuore pulsante di Tor Paterno, specialmente per noi sub.

Inoltre, nel suo complesso, è l’unica AMP Italiana completamente sommersa e priva di alcun tratto costiero.


Sebbene le profondità siano ottimali per molti organismi del Mediterraneo, ciò che ha reso la Secca di Mezzo uno dei più importanti hotspot dei pelagici in realtà è dovuto alla foce del Tevere. Il costante apporto di nutrienti ha permesso la proliferazione di organismi che sono alla base della catena alimentare.

Fino ai 25 metri di profondità sono presenti massicce praterie del genere Posidonia, dove le lunghe foglie permettono a moltissimi avannotti, o altri giovani organismi, di trovare riparo da possibili predatori. I fondali rocciosi hanno permesso il proliferare di alghe brune, rosse e verdi.

L’apporto di sostanze nutritive; ha concentrato il plancton, fonte di cibo del Phylum Cnidaria, come P. clavata e di vermi come S. spallanzani.

Ma anche di organismi filtratori, come poriferi e bivalvi.

Da qui è bastato poco per risalire la catena alimentare marina. Permettendo oggi di osservare: cernie dalle dimensioni imponenti, banchi di Salpe, Tordi, Saraghi, Dentici, Orate, Tonni ed Aquile di Mare. Comuni, inoltre, sono gli avvistamenti di Delfini, e le segnalazioni di squali come la Verdesca.

Insomma, un indicatore marino veramente importante.


(Clicca su "visualizza foto" per vedere i miei scatti).


(Tratti geologi integrati dalla guida del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare dedicata all'AMP delle Secche di Tor Paterno.)



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